XIII edizione del riconoscimento in memoria del giornalista scomparso nel 2011
Il Premio Francesco Arrigoni alla Cooperativa valtellinese Il Gabbiano
interprete dell’agricoltura eroica che coltiva la rieducazione sociale e territoriale
La cerimonia di consegna lunedì 5 maggio alle 18 nell’aula di Pentole Agnelli Cooking Lab a Lallio seguita dalla cena allestita dalla famiglia Rossi nell’Osteria della Villetta di Palazzolo sull’Oglio.
Il Comitato Francesco Arrigoni, animato dai familiari e dagli amici del giornalista bergamasco morto improvvisamente a 52 anni, ha designato per la XIII edizione la Cooperativa Il Gabbiano che ha sede a Sondrio, in Valtellina.
Il premio è destinato ogni anno a chi, nel campo dell’enogastronomia, abbia progettato e/o realizzato un’azione dal forte contenuto etico e consiste nella somma di 5000 euro e in un’oggetto artistico realizzato dagli allievi della Scuola d’ Arti e Mestieri Francesco Ricchino che interpreta ogni anni tre valori centrali per Francesco Arrigoni: la montagna, passione che lo ha accompagnato per un’intera vita, la vite e l’agricoltura che hanno accompagnato il suo percorso professionale e il cuore a significare la sua generosità (fino all’espianto degli organi) e la sua passione civile.
A ritirare il premio nell’aula di Pentole Agnelli Cooking Lab a Lallio Massimiliano Pirovano in rappresentanza delle persone impegnate nella cooperativa. A seguire i familiari, gli amici e i sostenitori del Premio si sono trasferiti all’Osteria della Villetta di Palazzolo sull’Oglio dove Maurizio Rossi con l’aiuto della moglie Grazia e del figlio Jacopo hanno allestito una cena con i piatti amati dal giornalista.
LA MOTIVAZIONE
Il Comitato ha spiegato così la scelta di assegnare il riconoscimento alla Cooperativa Il Gabbiano:
“Viticoltura eroica, la chiamano. Esemplari sono le vigne terrazzate di Valtellina che hanno pendenze da sesto grado, fazzoletti di terra sostenuti da muri in pietra spesso realizzati a secco. Lavorarle è un mestiere che comporta oltre ad una grande fatica anche una ragguardevole dose di rischio. Così era e così ancora è, lassù dove la modernità delle macchine e delle automazioni può arrivare ma fino ad un certo punto, costringendo ancora oggi come un tempo il vignaiolo ad operare manualmente, talvolta al limite dell’eroismo. Una condizione che è alla base della difficoltà nel rinnovamento generazionale che ha progressivamente portato all’abbandono dei terreni più difficoltosi, non di rado maggiormente vocati alla produzione di qualità. Negli ultimissimi anni il trend sembra essersi interrotto grazie all’entrata in scena di giovani che si dedicano alla vigna ed al vino con consapevolezza, per scelta di vita e non più per obbligo ereditario. Un piccolo ma significativo movimento che va incoraggiato e sostenuto non solo dagli amanti del vino ma da tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’agricoltura di
montagna perché, non dimentichiamolo mai, senza la presenza degli agricoltori e dei loro presidi, la montagna è destinata a scendere a valle con le ben note e sempre più frequenti conseguenze nefaste. Da grande appassionato di montagna e di scalate, Francesco Arrigoni ne era testimone consapevole nei suoi racconti enoici-eroici. Perciò il Comitato ha deciso di assegnare la XIII° edizione del Premio dedicato alla sua memoria a Il Gabbiano, la cooperativa agricola istituita nel 2015 dall’omonima Associazione che si occupa del recupero e reinserimento lavorativo di persone con gravi problemi sociali. Il lavoro agricolo al centro della missione della Cooperativa: non come slogan ma come pratica quotidiana per “coltivare la rieducazione sociale e territoriale”. In pochi anni il passaparola tra i proprietari di vigneti orami dismessi o di aree agricole non più coltivate ha portato in dote alla Cooperativa la superficie necessaria per sostenere una produzione autonoma di vino, ortaggi, frutta. Nello specifico nei vigneti sono stati ripristinati dagli stessi ragazzi anche i muri di sostegno. Un lavoro antico in via di estinzione ma quanto mai prezioso per la salvaguardia del territorio. L’acquisizione di questa come di altre ritrovate professionalità sta dando già frutti tangibili in quanto a nuove opportunità lavorative. Curare il territorio tramite il lavoro quotidiano è il miglior viatico per avviarsi ad una vita libera e responsabile”.
LA COOPERATIVA IL GABBIANO
Cooperativa Agricola Sociale nata nel 2015, con sede a Sondrio e operante nel territorio valtellinese impegnata nella coltivazione della vite, delle mele, di frutta, verdura e ortaggi. Le produzioni agricole sono fortemente legate al territorio nell’urgenza di mantenere vive le tradizioni, preservare la biodiversità e rispettare la vocazione della Valtellina.
Le nostre materie prime vengono trasformate in vino, grappa, in diverse tipologie di succo, di confetture e snack.
Il punto di partenza è il recupero di terreni in stato di abbandono in Valtellina, per coltivarli con pratiche agricole sostenibili, a basso impatto ambientale, grazie a sistemi di lotta integrata, senza l’uso di prodotti chimici.
Francesco Arrigoni
Giornalista bergamasco di schiena dritta, morto improvvisamente a 52 anni, ha avuto una vita breve ma ha saputo riempirla di cose buone e giuste.
Allievo di Luigi Veronelli, fondatore e direttore del Seminario Veronelli, è passato alle pagine del Gambero rosso e poi, negli ultimi dieci anni, a quelle del Corriere della Sera.
Ha scritto di vini e cibi non per hobby ma per profonda passione e competenza: è stato cuoco, ha lavorato le vigne. Come molti di quelli che amano la terra (iniziale maiuscola o minuscola, a piacere) ha coltivato una visione etica.
Lo accompagnava la fama di avere un brutto carattere, condivisa con quelli che hanno un carattere che brutto non è, ma forte, serio, allergico a lusinghe e tentazioni, contrario a mode, sguaiataggini e violazioni assai frequenti nel mondo del mangiare e bere. Non gli piaceva stare in prima fila sotto i riflettori, piuttosto in un angolo, ma illuminato dalla sua competenza e coerenza, oltre che dalla stima degli addetti ai lavori.
Il Comitato e il Premio
Il comitato intende perseguire esclusivamente la seguente finalità: Per ricordare Francesco Arrigoni, scomparso all’improvviso nell’anno 2011, la famiglia e un gruppo di amici hanno creato un premio a lui intitolato. Giornalista di grande rigore nel campo dell’enogastronomia, appassionato scalatore, cittadino impegnato nel sociale: questo è stato. Il premio nel nome di Francesco non può dunque prescindere dal suo humus di uomo e cittadino. È destinato a chi, nel campo dell’enogastronomia, abbia progettato e/o realizzato un’azione dal forte contenuto etico. Viene attribuito da una giuria che ha per presidente Antonella Colleoni, moglie di Francesco, e suo figlio Dante tra i giurati – gli altri giurati sono amici di Francesco e compagni di strada – ha cadenza annuale e viene assegnato, il giorno del compleanno di Francesco, il 4 maggio appunto “a una iniziativa contraddistinta da una forte valenza etica”.
Consiste in 5.000 (cinquemila) euro e un oggetto artistico ogni anno diverso ma con tre caratteristiche fisse: un pezzo di roccia, a ricordare la passione di Francesco per la montagna e le arrampicate, un cuore a ricordare la sua generosità (fino all’espianto degli organi) e la sua passione civile. E qualcosa che spunta dalla roccia, forse una vite, perché gli uomini possono morire, le idee no: sono come semi, portati dal vento o dagli uomini di buona volontà.
I premiati delle 12 edizioni
2013 _ LIBERA TERRA
2014 _ I PESCATORI DI LAMPEDUSA
2015 _ IL CASARO GUGLIELMO LOCATELLI
2016 _ I RAGAZZI DI MARAMAO
2017 _ FONDAZIONE FRANCESCA PECORARI ONLUS
2018 _ FONDAZIONE ERNESTO PELLEGRINI ONLUS
2019 _ ASSOCIAZIONE OLIVOCOLTORI DI PRATOMAGNO
2020 _ OSPEDALE PAPA GIOVANNI XIII DI BERGAMO
2021 _ ISTITUTO ALBERGHIERO SONZOGNI DI NEMBRO
2022 _ EMILIANA BERTOLI
2023 _ FAMIGLIA SASSELLA E FAI
2024 _ WBA – WORLD BIODIVERSITY ASSOCIATION